PETROLINI E LEONARDO - Genialità a confronto nel segno della Gioconda - Fra la Gioconda e il il Futurismo

Comunicazioni   |   23/11/2020

Marco A. Innocenti – Genialità a Confronto nel segno della Gioconda 

Oreste Ruggiero – Leonardo, Petrolini, fra la Gioconda e il Futurismo

e

Omaggio a Carlo Pedretti

Patrocinio del Centro LEO-LEV

Doveva purtroppo essere la scomparsa dell’amatissimo Gigi Proietti a riportare agli onori delle cronache il mito di Ettore Petrolini, che proprio in lui aveva trovato uno dei più acclamati eredi sul palcoscenico. Ma Petrolini di eredi, grandi e piccoli, parecchi ne ha seminati dal 1936, anno della sua prematura morte, a oggi. Senza contare i tanti volti noti dello spettacolo che a Petrolini si sono soventemente rifatti in modo più o meno dichiarato. Tutto il filone del nonsense degli Arbore, del Benigni prima maniera, dei Marenco e dei Frassica di Quelli della notte segue il solco tracciato dal grande istrione romano. Persino in Dario Fo, Rino Gaetano e Renato Zero si trovano accenti e legami petroliniani.

Perché scrivere tutto questo? Lo scopo è smaccatamente utilitaristico: presentare il nuovissimo libro Petrolini e Leonardo (Edizioni Orad) scritto da me e da Oreste Ruggiero. Realizzare questo volume è stato un gioco, cui volentieri mi sono prestato per mettere in chiaro come i geni dell’invenzione artistica possano dialogare anche a secoli di distanza, offrendoci infiniti spunti per indagare le loro epoche da angolazioni insospettate.

La Gioconda e Leonardo sono monumenti cui va la nostra completa ammirazione, ma senza impedirci per questo di calare simili icone universali in contesti di satira (anche feroce), di polemica (anche rovente), di contestazione e d’irriverenza emergenti da un periodo storico – quello del Futurismo – che anche sulla Gioconda e su Leonardo tanto discusse e azzardò, a torto o a ragione, nel segno dell’evoluzione senza fine dell’arte e del pensiero. E’ così l’occasione per valutare una volta di più il ruolo di Petrolini nel Futurismo e di Leonardo come ispiratore senza tempo, di uomo universale e particolare, calato nel sublime e nella quotidianità.

Ancora nel 1921 Ettore Petrolini metteva in cartellone dei suoi spettacoli la satira La Gioconda, che aveva ideato fra la fine del 1913 e l’inizio del 1914. Lo spunto era nato dalla più clamorosa notizia di quel tempo: il ritrovamento a Firenze del celebre dipinto di Leonardo, rubato nell’estate 1911 al Louvre dall’italiano Vincenzo Peruggia. 

Nel libro mostro una rara medaglia commemorativa del 1913, dedicata alla “Vinciana Gioconda” e alla sua esposizione a Firenze, Roma e Milano. Tanto mi ha avvinto questa storia che non ho resistito dall’acquistarla, unico esemplare al momento sul mercato. Sarà bello, volendo, esporla al Centro Leo-Lev di Vinci quando potremo di nuovo incontrarci faccia a faccia per parlare di arte e di storia. Ad altri eredi – il più significativo d’oggi è senza dubbio il livornese Dario Ballantini – ora mi piacerebbe affidare la Gioconda petroliniana, affinché dopo tanti anni di oblio o quasi possa tornare piccola grande protagonista delle scene.

Marco A. Innocenti

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